Acrobati sulle montagne russe

Ricordo ancora quei momenti come se fosse ieri: scelte di moda discutibili, le uscite con gli amici, il bisogno d’indipendenza e al contempo la necessità di un porto sicuro. Di cosa sto parlando? Dell’adolescenza ovviamente! Un giro sulle montagne russe della vita, dove il cuore ti batteva all’impazzata e non avevi la minima idea di quale fosse la prossima curva. Passiamo tutti per questa fase, facciamo il nostro giro sull’ottovolante e ne scendiamo cresciuti, adulti. Tuttavia, nonostante la nostra esperienza nel parco divertimenti dell’adolescenza, possiamo scoprire che orientare chi vi è appena entrato non sempre è semplice. Il parco, così come lo abbiamo conosciuto, è cambiato e la mappa che usavamo per muoverci al suo interno non è aggiornata. Comprendere appieno sfide ed esperienze di coloro che stanno attraversando questa fase può quindi essere complesso. Credo sia importante, in tal senso, tenere a mente che l’adolescenza è un periodo di transizione cruciale, caratterizzato da mutamenti che coinvolgono diversi aspetti della vita. Non parliamo solo di cambiamenti fisici, ma anche di sviluppo cognitivo, modifiche comportamentali, sociali ed identitarie. In questa fase si passa infatti dalla sicurezza dell’infanzia, ad un limbo in cui si cerca d’abbracciare il ruolo di adulto mentre si mantengono ancora tratti del bambino.

Un costante conflitto tra forze “regressive” e “progressive”, spesso accompagnato da paure, ansie e momenti di crisi.

Un aspetto centrale di questa fase è il progressivo affrancamento dalla famiglia, parallelamente all’acquisizione di una maggiore importanza da parte del gruppo dei pari. Far parte di un gruppo può contribuire a sviluppare un senso d’identità ed appartenenza, entrambi aspetti fondamentali nella crescita. Allo stesso tempo il gruppo può esercitare pressioni affinché ci si conformi alle sue norme non scritte, il che non è sempre una sfida facile da affrontare. Anche il rapporto con i genitori subisce notevoli mutamenti. La necessità d’indipendenza ed autonomia può sfociare in conflitti con gli adulti di riferimento. A loro è chiesto l’arduo compito di trovare un equilibrio tra il sostegno ed il controllo.

In questa fase, iniziano ad emergere anche i primi interessi di natura romantica, segnando un altro importante tassello nella crescita. È il momento in cui le preferenze e le qualità desiderate in un potenziale partner cominciano a delinearsi con maggiore chiarezza. Le prime esperienze romantiche portano con sé un’emozionalità intensa e spesso complessa, contribuendo ulteriormente a formare la maturità emotiva dei giovani. Proprio tali esperienze possono essere terreno fertile per l’apprendimento e la crescita personale, poiché aiutano alla comprensione di sé stessi e delle proprie dinamiche relazionali.

L’adolescenza è caratterizzata anche da un notevole sviluppo cognitivo. Si assiste infatti ad un potenziamento delle capacità di pensiero astratto, critico e concettuale. Queste abilità si rivelano d’estrema importanza, considerando che, proprio ai giovanissimi, è chiesto d’affrontare decisioni cruciali riguardo al loro futuro: “liceo o scuola professionale? Per cosa sono portat*? Se scelgo questa scuola cosa farò da grande? E se faccio la scelta sbagliata?”. Queste non sono affatto domande banali, sono interrogativi che possono generare ansia e preoccupazione. Rappresentano un bivio importante, che una volta raggiunto richiede di riflettere sulle proprie passioni, talenti ed aspirazioni; il modo in cui si dà risposta a tali interrogativi può avere un forte impatto sulla crescita e sulla realizzazione personale.

Tanti, tantissimi cambiamenti insomma, cambiamenti che contribuiscono alla strutturazione dell’identità individuale.

Quello appena citato è un termine complesso, ma possiamo comprenderlo meglio partendo dal concetto del “Sé”: quella forma d’organizzazione soggettiva che ci permette di mantenere il senso della nostra individualità ed unicità nel tempo, nonostante le continue variazioni che sperimentiamo. Il senso del Sé si sviluppa attraverso la percezione dei confini che delimitano il nostro corpo, distinguendo ciò che è interno da ciò che è esterno. Proprio la strutturazione di un Sé ci fa sentire padroni delle nostre intenzioni, azioni, stati emotivi ed affettivi, consentendoci di stabilire relazioni con gli altri e di comunicare significati, generando quindi la nostra esperienza. Forme rudimentali di Sé sono presenti fin dai primi mesi di vita, come affermato da Stern e Damasio, e tendono ad un aumento di complessità con la crescita. L’identità è un aspetto più specifico del Sé: è una parte di esso che si sviluppa in momenti successivi della vita e che ha a che fare con la conoscenza di sé. In generale, l’identità riguarda le sensazioni che ci permettono di riconoscerci come individui unici, con caratteristiche essenziali che ci definiscono nel presente e ci distinguono dagli altri; tali caratteristiche sono in continuità con quelle che ci hanno caratterizzato in passato e possono essere proiettate in un possibile futuro. L’identità rappresenta quindi l’organizzazione di un insieme di proprietà attraverso le quali possiamo definirci, caratterizzando il senso di noi stessi in ogni momento specifico del tempo. Da un punto di vista etimologico il termine “identità” deriva dal latino “identitas” che significa “tale, proprio quello, e non altro”. D’altra parte, la parola “individuo” utilizzata come sinonimo di persona, deriva dal latino “individuus” vale a dire “che non può essere diviso, singolo”. Queste due radici indicano quindi la profonda necessità umana di sentirsi come una persona unica, separata e distinta dagli altri: la tendenza al “sono IO e solo IO”.

Di adolescenza si potrebbe parlare per pagine e pagine.

Credo però che non vi siano parole migliori per descrivere questa fase di quelle usate dallo psicologo e psicoanalista Erik H. Erikson: “Come un acrobata nel corso di un esercizio, l’adolescente deve abbandonare il sostegno sicuro della fanciullezza e lanciarsi verso un punto fermo nel mondo degli adulti. C’è però un intervallo in cui si trattiene il respiro, mentre egli vola tra il passato ed il futuro, dalla fidatezza di coloro che deve lasciare a quella di coloro che lo riceveranno”.

I giovani si lanciano, prendono una lunga rincorsa e si proiettano verso il futuro, il loro futuro. Ma tra il momento del balzo e quello in cui i piedi toccano di nuovo il terreno, è loro chiesto di bilanciarsi in uno spazio incerto. Questo è un momento in cui ci si può sentire confusi, incerti e vulnerabili. Un supporto gentile ma saldo, che rispetti l’individualità in evoluzione, è fondamentale per guidare i nuovi visitatori attraverso questo parco della vita e rendere l’adolescenza un’esperienza di crescita continua, un’avventura condivisa tra generazioni.

Riferimenti bibliografici
La psicologia nella vita quotidiana (2009). Mario Fernè e Franca Lina Sacco. Zanichelli
Modelli di psicoterapia (2019). A cura di Lorenzo Cionini. Carrocci editore
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