L’ansia alla mia finestra

La storia di Sofia

Nella corsa frenetica della vita moderna, sempre più persone si trovano ad affrontare l’ansia in varie forme. Per molti, questa lotta interna può rimanere un tema delicato e poco compreso. In un tentativo di fare luce su questa realtà spesso misconosciuta, ho proposto ad una cara amica di condividere la sua esperienza personale con l’ansia in una breve intervista. Per motivi di riservatezza la chiamerò Sofia, sebbene questo non sia il suo vero nome. Sofia ha vissuto per diversi anni con questa compagna silenziosa, imparando lungo il cammino ad affrontare le sfide e a comprendere le “lezioni” che l’ansia le ha offerto. Vi lascio direttamente alle parole di Sofia, che ha gentilmente accettato di aprire per noi una finestra sulla sua esperienza personale.

IO: Ciao Sofia! Innanzitutto grazie per aver accettato di parlare con me oggi. Comincerei con la prima domanda: Quali sono le principali sensazioni fisiche che associ all’ansia?

SOFIA: Ciao, grazie per avermi proposto questa chiacchierata! Sono contenta di poter parlare della mia esperienza! Dunque… per me l’ansia è stata spesso associata ad una tensione al petto e una sorta di nodo allo stomaco. Un’altra cosa che mi verrebbe da dirti è una certa difficoltà a mantenere la calma, non so come dire, a rimanere lucida ecco… Una specie di tempesta [ride], dove stai confusa e non riesci a trovare la calma interiore. Le preoccupazioni sembrano cose enormi, poi guardi quelle stesse cose uno o due giorni dopo e non riesci proprio a capire come mai ti abbia presa così male! Dici che si capisce così?

IO: Sì, mi sembra chiaro e sembra un’esperienza intensa.

SOFIA: Mmm… eh sì! La stanchezza è sicuramente una cosa molto presente… Ecco, a proposito di stanchezza! Mi viene in mente anche la difficoltà a dormire, più nel prendere sonno ti direi… insomma ho passato tante notti a fissare il soffitto, cercando di tenere a bada pensieri, preoccupazioni… a tenere a bada tutto [ride]

IO: Pensi che provare tutto questo abbia influenzato la tua quotidianità nel corso del tempo?

SOFIA: Mmm beh…. per me è sempre stato difficile affrontare situazioni sociali, specialmente quando mi trovavo con persone nuove o quando l’attenzione era tutta su di me… in questi casi una grande, grandissima paura di fare figuracce! Però… non so come dire… oltre a queste situazioni, ho sempre provato ansia anche per le piccole cose, preoccupandomi tanto, troppo! [ride] per dettagli che in fondo in fondo sapevo che non erano davvero così importanti. Però boh, partiva così… come se in quel momento lì quella cosa diventasse il centro di tutto… non so bene come spiegare questa cosa! O mamma… sto facendo casino?

IO: Assolutamente no! Ciò che stai descrivendo è in realtà un’esperienza comune… spesso si vivono delle proiezioni molto drammatiche su ciò che potrebbe accadere…

SOFIA: Già, ogni tanto vai proprio a pensare a scenari apocalittici! [ride] poi… mmm anche l’incertezza riguardo al futuro è sempre stata una fonte costante di stress per me. Eeeh… [sospira] mille dubbi, mille preoccupazioni, mille “e se succede questo?” “e se succede quest’altro?” Quindi tanta, tanta fatica! Poi… ecco questa cosa non capita più, però mi sono trovata ad evitare le situazioni, spesso sociali, ma non solo, che potevano scatenare ansia e preoccupazioni, il che però mi limitava…

IO: Quindi tanta, tanta fatica, dici. Come hai imparato a riconoscere i segnali dell’ansia e a gestire i momenti più difficili nel corso del tempo?

SOFIA: Per me è stato un percorso di crescita, non un qualcosa che è cambiato da un giorno all’altro insomma! Probabilmente ho imparato ad ascoltarmi meglio, ad ascoltare ciò che il mio corpo e la mia mente mi stavano comunicando. Mmm… Ora vedo l’ansia come una sorta di campanello interno, un segnale che mi indica che forse c’è qualcosa che devo affrontare o esplorare più a fondo. Mi fa riflettere su aspetti di me stessa e della mia vita che potrebbero richiedere un’attenzione maggiore.

IO: È incoraggiante sentire come tu stia affrontando queste sensazioni in modo più consapevole. C’è un messaggio che vorresti condividere con altre persone che si trovano nella stessa situazione?

SOFIA: Vorrei dire loro di non sottovalutare la propria forza e di essere gentili con sé stesse lungo il percorso. Poi ecco… una cosa che vorrei fosse stata detta a me molto tempo fa è di prendersi del tempo per ascoltarsi, senza paura, senza giudicare o criticare ciò che si prova. Credo sia importante essere gentili con noi stessi e cercare di accogliere l’ansia come un qualcosa che cerca di comunicarci qualcosa di importante.

IO: Grazie Sofia, grazie davvero per aver condiviso la tua esperienza.

SOFIA: Grazie a te! Ora andiamo a farci un aperitivo? [ride]

Così, io e Sofia abbiamo concluso la nostra intervista di fronte a un buon aperitivo con una chiacchierata tra amiche. E, mentre chiudiamo questa piccola finestra sulla vita di Sofia, vorrei sottolineare che quella qui riportata è una storia personale e unica. Quella che Sofia ha gentilmente condiviso con noi è una parte di come lei ha convissuto con l’ansia e le preoccupazioni, e di come queste sensazioni hanno influenzato la sua quotidianità. È però importante tenere a mente che ogni esperienza è unica, intrecciata con la nostra storia e le nostre esperienze. Non esiste quindi un modo universale per descrivere l’ansia o qualsiasi altra sfumatura dell’esperienza umana. Quella di Sofia è quindi una piccola finestra in un universo di esperienze umane. Se durante l’intervista ci fosse stata un’altra persona, avremmo certamente aperto una finestra diversa su una storia altrettanto unica, intravedendo quindi un paesaggio diverso. Ciò che però spero possa essere universale e condivisibile è il messaggio di incoraggiamento che Sofia ci ha regalato al termine della nostra conversazione. Un messaggio di gentilezza verso sé stessi, di consapevolezza e di speranza.

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